Periartrite

peri artrite

Con il termine di "periartrite scapolo-omerale" si è sempre voluto identificare una sindrome dolorosa della spalla, che oggi viene più comunemente definita con il termine: "sindrome degenerativa della cuffia dei rotatori". Infatti, fino a pochi anni fa, non essendo state individuate le cause di tale patologia, con il termine di "periartrite" si voleva indicare un'infiammazione delle strutture periarticolari ( cioè intorno all'articolazione) della spalla. Oggi, grazie soprattutto alle nuove tecniche diagnostiche, è possibile individuare con molta precisione quali sono le strutture anatomiche interessate.

La "cuffia dei rotatori" è costituita dai tendini dei muscoli sopraspinoso, sottospinoso, sottoscapolare e piccolo rotondo; tali muscoli consentono la rotazione esterna e interna della spalla. Queste strutture, insieme al capo lungo del bicipite brachiale e alla borsa sottoacromion-deltoidea, sono comprese tra la testa dell'omero e un arco soprastante composto da: acromion (una sporgenza postero-anteriore della scapola), processo coracoideo (una sporgenza anteriore della scapola) e ligamento coraco-acromiale, che unisce le due sporgenze.
La sofferenza (intesa come infiammazione acuta o cronica, o come lesione vera e propria), di queste strutture, causa quella sindrome dolorosa che un tempo veniva definita come "periartrite scapolo-omerale".

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Tunnel carpale

La Sindrome del Tunnel Carpale è una patologia della mano molto diffusa che colpisce prevalentemente il sesso femminile tra i 40 e i 60 anni. I sintomi di questa malattia sono causati da una compressione del nervo mediano a livello del polso.

COME SI MANIFESTA

sintomi-tunnel-carpaleIl sintomo caratteristico è il formicolio, che si manifesta, specie durante la notte, sulle prime tre o quattro dita della mano; il dito medio è quello più interessato. A volte il formicolio può assumere carattere doloroso ed irradiarsi fino alla spalla. Successivamente possono comparire alterazioni della sensibilità e della forza; in particolare il paziente si accorge di non riuscire a "fare forza" con la mano interessata e fa difficoltà a svolgere i movimenti "fini", come abbottonarsi una camicia o inserire un filo nella cruna di un ago; talvolta gli oggetti cadono dalle mani.

Ci sono situazioni assolutamente tipiche. La sindrome si verifica più frequentemente nelle donne nel periodo della menopausa, durante la gravidanza (tra il 3° e il 6° mese, in genere), o al termine di essa; ciò è probabilmente da mettere in relazione con le modificazioni ormonali caratteristiche di queste fasi di vita della donna.
Si è visto, che una certa influenza possono averla le attività svolte: sono infatti più colpiti i soggetti che svolgono attività manuali, pesanti o ripetitive, come operatrici di computer, casalinghe e dattilografe; queste provocherebbero l'infiammazione dei tendini o delle guaine dei tendini, che, aumentando di volume, comprimerebbero il nervo mediano nel tunnel carpale. Altre cause possono essere, ad esempio, una ristrettezza congenita del canale, cisti radicolari e tendinee, esiti di fratture di polso, artrite reumatoide e gotta.

COSA FARE

E' molto importante non sottovalutare i primi sintomi della sindrome, e recarsi subito da uno specialista per una diagnosi. Specie se la sindrome non è nelle fasi più avanzate, infatti, si possono avere buoni risultati con la terapia medica e con la fisioterapia.
La terapia consigliata è quella praticata con la FREMS, tecnologia innovativa, non farmacologica, costituita da una stimolazione elettrica biocompatibile e somministrata attraverso la cute. Completamente indolore, la Frems agisce sulle piccole terminazioni nervose, vascolarizzando le zone colpite e rilasciando fattori di crescita utili ad abbassare il dolore e a migliorare le funzioni dei nervi stessi. La LASERTERAPIA è una ulteriore terapia che utilizza un laser defocalizzato senza effetto termico che unisce all'alta potenza, una lunghezza d' onda ottimale per il trattamento delle lesioni muscolo- tendinee.

Essa allevia il dolore ed è utilizzata soprattutto nelle forme di tendiniti e di strappi muscolari. Il laserix induce un' accelerazione e risoluzione dell' infiammazione e dell'edema nella patologia acuta, uno stimolo rigenerativo nella patologia cronica, così come nella rapida risoluzione delle sindromi dolorose. Altri trattamenti utilizzati sono la ionoforesi, gli ultrasuoni e la TENS. La terapia manuale fisioterapica si avvale della mobilizzazione attiva del polso e delle dita e dell'avambraccio per recuperare la funzionalità del nervo mediano a livello del sistema nervoso centrale.

Artrosi

L'artrosi è una patologia così diffusa da poter essere considerata una normale conseguenza dell'invecchiamento. In realtà questo è vero per le forme minori (già dopo i 18-20 anni di vita cominciano i processi di "usura" delle articolazioni), mentre purtroppo sono numerose le persone colpite precocemente ed in maniera più grave dalla malattia.
L'artrosi rientra tra le patologie cronico-degenerative; questo significa che compare in maniera subdola, sviluppandosi nel tempo e causando una progressiva degenerazione delle articolazioni (un' articolazione è formata da due o più "capi" ossei, cartilagine, legamenti, membrana sinoviale, capsula articolare, tendini e muscoli). A ciò consegue naturalmente in tal modo una limitazione maggiore della motilità.

Contrariamente a quanto si pensi, l'artrosi non è una malattia infiammatoria, poiché l'infiammazione può presentarsi o non essere presente.
L'azione dell' artrosi causa un deterioramento progressivo della cartilagine (che non è in grado di riformarsi) e dell'osso, con secondaria deformazione dello stesso e produzione di escrescenze, dette "osteofiti", che ostacolano meccanicamente il movimento articolare; l'artrosi provoca quindi uno squilibrio muscolare ed una limitazione dell' ampiezza articolare.

COME SI MANIFESTA

Ginocchio-sano-e-artrosicoIl dolore, che insieme alla "limitazione funzionale" (cioè una ridotta capacità di movimento dell'articolazione interessata) è il principale sintomo dell' artrosi; esso è profondo e localizzato all'articolazione colpita. Il dolore è prodotto non tanto dalla cartilagine, che è priva di terminazioni nervose, quanto dalle strutture circostanti. Solo nei casi più gravi il malessere è anche dovuto all'infiammazione dell'articolazione. In queste situazioni, l'articolazione può gonfiarsi a causa del liquido che si forma all'interno o a causa della reazione infiammatoria dei tessuti periarticolari (cioè intorno all' articolazione).


Il dolore provocato dall'artrosi è spesso acuto quando inizia il movimento (soprattutto la mattina), tendendo a diminuire man mano che ci si muove e le articolazioni si "riscaldano". Può inoltre accentuarsi con i cambiamenti climatici. La limitazione funzionale, invece, è provocata sia da ostacoli meccanici, sia da contrazioni muscolari intorno all'articolazione, che sono l'espressione di una reazione difensiva dell'organismo.
I sintomi, comunque, possono variare a seconda dell'area interessata dalla patologia.
Per esempio l'artrosi cervicale può causare, oltre alla classica sintomatologia, anche cefalea, brachialgia (cioè dolore lungo le braccia), vertigini, nausea, rumori cervicali descritti come "sensazione di sabbia che fa attrito".
L'artrosi dell'anca (o coxartrosi), può causare zoppìa o difficoltà nelle comuni attività, come infilarsi le scarpe o accavallare le gambe, o scendere le scale.

L'artrosi del ginocchio (o gonartrosi), può causare deformità del ginocchio o zoppìa o evidente ipotonotrofia della coscia (cioè riduzione della circonferenza della coscia a causa della perdita del tono muscolare).

 

COSA FARE

Gli specialisti ai quali rivolgersi in caso di artrosi sono essenzialmente due: il fisiatra e, nei casi più gravi, di pertinanza chirurgica, lo specialista ortopedico. Questi valuteranno l' eventuale prescrizione di farmaci, o di "tutori", cioè apparecchi per proteggere, sostenere, correggere o far riposare le articolazioni affette da artrosi; laddove si riterrà necessario si interverrà chirurgicamente.
Senza dubbio la riabilitazione e la fisioterapia rappresentano le armi migliori per curare l'artrosi, poiché elemento fondamentale della terapia dell'artrosi è il movimento. Il medico specialista valuterà, di concerto con il fisioterapista, gli esercizi terapeutici idonei, e inizierà quindi un piano di trattamento mirato.
Molto importante tuttavia sarà anche l'impegno del paziente al suo domicilio, dove dovrà continuare da solo la terapia motoria. La prevenzione è molto importante. Bisogna considerare il movimento come elemento necessario per il corretto funzionamento delle articolazioni e del corpo in generale. Chiaramente l'attività motoria dovrà essere corretta, e non esagerata. Altre misure preventive sono rappresentate dal controllo del peso corporeo; dal controllo, all'insorgere della menopausa, dei dosaggi ormonali; dall'evitare traumi ripetuti sulle articolazioni (specie in determinati lavori), magari modificando i ritmi e le posizioni corporee, ma soprattutto variandole ripetutamente.

Tra le terapie, oltre naturalmente alla chinesiterapia, buoni risultati possono aversi con l'Ossigeno-Ozonoterapia, sia con tecnica sottocutanea che intraarticolare, in modo da avere un'azione sinergica, le ONDE D'URTO e la MESOTERAPIA.


Infine è molto importante controllare il proprio "assetto posturale", che potrebbe essere alterato e necessitare di un "riallineamento"; per far questo il medico specialista si potrà avvalere oltre che dell' esame clinico, anche dell' esame posturografico.

Ernia del disco

disco foto

Tra una vertebra e l'altra della colonna vertebrale vi è il cosiddetto disco intervertebrale, una sorta di ammortizzatore. Questo cuscinetto è costituito da una parte esterna, a forma di anello fibroso, detta "anulus", e da una parte interna, di consistenza molle, costituita per il 90% di acqua, detta "nucleo polposo". La parte interna ha la funzione di distribuire a tutto il disco le forze che lo sollecitano. Se tali sollecitazioni sono troppo forti oppure il disco è degenerato (per esempio a causa di una usura eccessiva), può acccadere che l'anello fibroso si "sfianchi", deformandosi sotto la spinta del nucleo polposo (ernia "contenuta", o "protrusione"), o si "rompa", facendo fuoriuscire il nucleo polposo (ernia "espulsa").

Le alterazioni del disco intervertebrale vengono classificate in base alla loro conformazione.

  • Una prima grande suddivisione è tra protrusione ed ernia. Nella protrusione esiste uno "sfiancamento" del disco, che tende a sporgere, ma le fibre dell'anulus che lo circonda sono integre. Nell'ernia, invece, l'anulus è danneggiato: quasi completamente (le fibre più esterne sono integre), nell'ernia contenuta, completamente nell'ernia espulsa.
  • L'ernia espulsa, a sua volta, viene divisa ulteriormente: se non ha rotto il legamento longitudinale posteriore (una sorta di rinforzo posteriore delle vertebre che le separa dal midollo spinale), viene detta ernia espulsa sottolegamentosa, altrimenti ernia espulsa translegamentosa.

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Artrosi delle mani

artrosi

La progressiva degenerazione della cartilagine articolare delle ossa della mano porta all'artrosi; può essere causata da traumi, da attività lavorative caratterizzate da gesti ripetuti, da infezioni articolari, spesso è associata ad altre malattie reumatiche (ad esempio l'artrite reumatoide) e progredisce con l'età, basti pensare che oltre i 65 anni di età l'80% della popolazione presenta i segni radiografici tipici dell'artrosi.

Sintomi sono il dolore, la rigidità articolare e la perdita delle funzioni della mano.

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