Terapia Capacitiva Resistiva

TECNOSIX

Nell'ambito del costante miglioramento delle tecnologie mirate ad un più rapido recupero degli atleti in particolare e degli infortunati in generale, Fisiosport si è dotata di una modernissima apparecchiatura: la TECNOSIX .
La nostra macchina è una diatermia capacitiva e resistiva computerizzata che sfrutta lo stesso principio fisico di TECAR (il modello è quello di un condensatore di seconda specie) ma con delle differenze tecnologiche fondamentali; Tecnosix è un approfondimento ed un miglioramento di sistemi già esistenti sul mercato che risultano meno efficaci o caratterizzati da difetti di funzionalità di rilevante importanza.

In particolare, rispetto ai modelli TECAR più noti, la TECNOSIX ha maggiore potenza, nuovi materiali usati per gli elettrodi, la certificazione di tipo 2B (classe medica).
La macchina è un trasformatore di corrente e non un generatore (per questo si controllano meglio le emissioni), ed è gestita da un computer.

La terapia capacitiva resistiva è una nuova forma di terapia che riattiva i naturali processi riparativi e antinfiammatori senza proiezione di energia radiante dall'esterno.

Si tratta di una svolta rivoluzionaria per le apparecchiature destinate alla fisioterapia, poiché per la prima volta è stato applicato al campo biologico il principio fisico del condensatore, ottenendo una tecnologia che permette di sollecitare i tessuti agendo dall'interno, perciò senza inutili dissipazioni di energia.

Con la terapia capacitiva resistiva si entra in una nuova era che garantisce tempi ridotti, risultati immediati e soprattutto stabili, perché basati sulla stimolazione e il rafforzamento delle intrinseche capacità riparative dei tessuti.

Già dopo la prima applicazione si possono constatare effetti favorevoli.

  • il sollievo dal dolore è immediato
  • la mobilitazione è raggiunta più facilmente
  • di conseguenza la soddisfazione del paziente è completa

La riabilitazione tecarterapica integra in modo decisivo l'intervento terapeutico nelle patologie osteoarticolari acute e croniche.

Il suo impegno è quindi fondamentale nelle terapie riabilitative per il recupero di distorsioni, lesioni tendinee, tendiniti borsiti, esiti di traumi ossei e legamentosi, distrazioni osteoarticolari acute e recidivanti, artralgie croniche di varia eziologia, come indubbia è la sua utilità anche nella cura delle diverse forme di osteoporosi e nei programmi riabilitativi post chirurgici, in particolare dopo interventi di artroprotesi.

Ecco alcune significative applicazioni della terapia capacitiva resistiva:

  • Algie croniche
  • Capsulite adesiva
  • Condropatia rotuela
  • Coxartrosi
  • Pubalgia cronica
  • Sperone calcaneare
  • Riabilitazione post-traumatica

L'efficacia della terapia capacitiva resistiva si basa sulla possibilità di trasferire energia biocompatibile ai tessuti lesi, senza alcuna somministrazione dall'esterno, ma inducendo dall'interno le cosiddette correnti di spostamento attraverso il movimento alterno (500.000 volte al secondo) delle cariche elettriche che, sotto forma di ioni, sono costituenti essenziali di ogni substrato biologico.

Dissipazione ideale

Nei sistemi a proiezione radiante dall'esterno oltre l'80% dell'energia viene dispersa già nel primo strato di epidermide, con conseguente surriscaldamento dello strato cutaneo e inefficacia dell'azione a livello profondo.
Grazie alla modalità tecnica con cui viene trasferita l'energia, la terapia capacitiva resistiva si caratterizza da una curva di degrado molto vicina a quella del modello ideale: questo depone per un'efficacia terapeutica in grado di raggiungere anche i tessuti profondi.

Omogeneità

L'incremento della temperatura si genera dall'interno della biostruttura, per effetto delle correnti di spostamento che dalle zone periferiche si concentrano verso l'area di applicazione. L'intensità di queste correnti è indipendente dall'aspetto resistivo del tessuto, perché è connessa alla forza di attrazione esercitata dall'elettrodo attivo della terapia capacitiva resistiva che viene impostata dal generatore. Nell'area di richiamo sottostante l'elettrodo, l'intensità della corrente risulta dunque costante e , di conseguenza, è anche la temperatura generata.

Focalità

L'effetto biologico dato dall'attrazione delle cariche verso l'elettrodo attivo mobile si sviluppa esclusivamente nella zona di applicazione. Questo permette di essere molto precisi nel trattamento e, agendo sulla potenza erogata, di escludere quelle aree - anche molto prossime - per le quali sussistono delle controindicazioni.

Innocuità

La corrente non è presente per contatto diretto, ma come movimento di attrazione e repulsione delle cariche ioniche naturali.
I risultati in profondità vengono ottenuti senza che la superficie cutanea sia attraversata da alcuna forma di proiezione diretta di energia. La presenza di protesi metalliche non costituisce una controindicazione al trattamento.

La terapia capacitiva resistiva associa due modalità, resistiva e capacitiva, che agiscono in modo selettivo e complementare.
La modalità capacitiva agisce specificatamente sui tessuti molli (muscoli, sistema pascolo/linfatico, etc.).
In modalità resistiva invece, il trattamento coinvolge esclusivamente i tessuti a maggiore resistenza (ossa, cartilagini, grossi tendini, aponeurosi).

Potendo concentrare l'intervento su una tipologia di tessuto, il terapista può costruire un programma di cure dettagliato, che si articola in tre macro fasi:

  • Distensione propedeutica
  • Attività sui tessuti fibroconnettivali e ossei
  • Recupero del tono muscolare

La terapia capacitiva resistiva è uno strumento capace di rendere il trattamento attivo sui tessuti a maggior resistenza biofisica: ossa; cartilagini; grossi tendini; aponeurosi.
Utilizzato in modalità Resistiva, la terapia capacitiva resistiva permette di risolvere il danno biologico in tutte le forme di patologia cronica caratterizzata da degenerazione e fibrosi.

Il tessuto cicatriziale fibroso conseguente al danno biologico è tipicamente viscoso e ischemico, sede di processi metabolici e, soprattutto, nutrizionali molto rallentati.
La rivascolarizzazione di queste aree, attraverso l'aumento della temperatura interna, ripristina un metabolismo corretto che restituisce vitalità ai tessuti.
Non producendo effetti collaterali di superficie, l'elettrodo resistivo può essere mantenuto in sede a lungo, permettendo al tessuto di raggiungere quei livelli di endotermia a cui non si può pervenire altrimenti, e che sono determinati ai fini terapeutici soprattutto nel caso di patologie croniche ad evoluzione degenerativa e/o fibrotica.

Attraverso l'iperemia, infatti, il tessuto trattato raggiunge il gradiente termico necessario a innescare le reazioni metaboliche vitali proprie dei tessuti sani. L'iperemia richiama ossigeno ai tessuti, inducendo una profonda e diffusa vascolarizzazione che ripristina i livelli metabolici endocellulari.

L'elettrodo resistivo crea un campo elettromagnetico che porta le cariche elettriche endogene a concentrarsi nella zona di massima resistenza: ovvero nei tessuti tendinei e ossei. Nelle cellule di questi tessuti si ha un aumento delle trasformazioni energetiche (ADP in ATP) che si traduce in un incremento del consumo di ossigeno soddisfatto da un aumento della vascolarizzazione capillare.

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