La brachialgia è un dolore che si irradia all'arto superiore; può associarsi a disturbi della sensibilità, (ipoestesia, parestesie); si può accompagnare anche a dolore al collo (cervicalgia), ed in questo caso si parla di cervicobrachialgia. Il dolore può interessare parte o tutto l'arto superiore, ed è dovuto all'irritazione o compressione di una radice nervosa del plesso brachiale a livello della colonna cervicale.
Più colpite sono le donne dopo i quarant'anni. La compressione o irritazione della radice nervosa può essere dovuta alla presenza di escrescenze oseee caratteristiche dell'artrosi, o ad un'ernia discale, o alla cosiddetta "sindrome dello scaleno" caratterizzata dalla compressione di un fascio vascolo-nervoso, da parte del muscolo scaleno anteriore, posto alla base del collo.
La brachialgia si manifesta con un dolore lungo il braccio che può essere intenso o lieve, persistente o comparire solo in seguito ad alcuni movimenti. Il dolore tende solitamente a peggiorare nella notte e in posizione distesa.
A seconda della sede della compressione, si ha un differente quadro clinico. Quando è interessata la radice nervosa C5, la sintomatologia prevale sulla faccia anteriore della spalla. Nel caso della radice nervosa C6, il dolore e i disturbi della sensibiltà si distribuiscono alla faccia antero-laterale della spalla, del braccio e dell'avambraccio, fino a raggiungere il pollice. Se è interessata
la radice C7, i sintomi sono presenti sulla faccia postero-laterale di braccio e avambraccio ed interessano il 2° e 3° dito. Infine, nel caso della radice C8, i disturbi si irradiano nella parte interna di braccio, avambraccio e polso, con distribuzione al 4° e 5° dito.
Se non viene trattata, la brachialgia può evolvere verso un progressivo indebolimento dei muscoli del braccio, fino ad una vera e propria paresi.
Fondamentale, ai fini del risultato della terapia, è una corretta diagnosi. Per far questo, lo specialista (fisiatra, ortopedico, reumatologo, neurologo), si avvarrà della TC (tomografia computerizzata), RM (risonanza magnetica), EMG (elettromiogragfia), RX, ma soprattutto di un attento esame clinico.
Nel caso di un'ernia cervicale si potrà effettuare l' Ossigeno-Ozono terapia che si basa sulla somministrazione, solitamente intramuscolo, di una miscela gassosa, originata mescolando l'ozono con l'ossigeno. L' Ossigeno-Ozono terapia è una metodica che ha più di un secolo di vita e rappresenta oggi un rimedio rivoluzionario per la salute e il benessere fisico. Negli altri casi sarà molto importante la fisioterapia, basata sulla chinesiterapia, ultrasuoni, laserterapia, cauta massoterapia decontratturante e caute trazioni cervicali. Molto utile potrà essere anche la rieducazione posturale e la Mesoterapia.
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