Osteoporosi

L'osteoporosi é una patologia che interessa per l'80% le donne, caratterizzata da una riduzione della "massa ossea". Contrariamente a quanto si crede, l'osteoporosi non e' rappresentata da una perdita di calcio, ma da una perdita del tessuto osseo nel suo insieme (proteine, minerali,ecc.). Possiamo paragonare la struttura ossea a un muro: quel che viene a mancare, nell'osteoporosi, sono i mattoni, e non solo l'intonaco.

Nell'eta' adulta, dopo i 30 anni (che corrispondono al picco della massa ossea), incomincia un fisiologico impoverimento del tessuto osseo, definito "osteoporosi fisiologica". Tuttavia tale processo puo' essere accelerato dall'ereditarietà, dall'ipertiroidismo, dall'alcolismo, dall'uso prolungato di cure a base di cortisone, dalla menopausa precoce (diminuendo il livello degli estrogeni, si accentua lo sviluppo dell'osteoporosi). In presenza di tali fattori di rischio sarebbe bene sottoporsi ad accertamenti periodici (moc, dexa, esami del sangue), già dai 30 anni, ma comunque dopo una certa età, in special modo nelle donne in età menopausale, gli accertamenti dovrebbero essere svolti frequentemente. La donna presenta infatti un periodo della durata di circa 10-15 anni a partire dalla menopausa, durante il quale la riduzione del patrimonio scheletrico può essere rapida e pericolosa. Più la donna si allontana dalla menopausa, e meno perde in massa ossea, divenendo quest'ultima simile a quella dell'uomo di pari età.
Attualmente si suole fare una distinzione tra osteoporosi di tipo I, corrispondente alla forma post-menopausale e di tipo II, senile.

 

COME SI MANIFESTA

Le sedi più colpite dall'osteoporosi sono la colonna vertebrale e il bacino. Con l'avanzare dell'osteoporosi, le vertebre assumono progressivamente un caratteristico aspetto radiografico, dovuto ad una ristrutturazione dell'osso, con perdita di "trabecole" (di struttura ossea), orizzontali ed inspessimento di quelle verticali, nel tentativo di resistere alla compressione; si arriva così ad un punto di cedimento spontaneo e la vertebra (o comunque l'osso osteoporotico) si frattura spontaneamente. Tali fratture sono dette "patologiche", e si riscontrano più frequentemente al polso, alla spalla, all'anca e alle vertebre.

Talvolta l'osteoporosi é così grave che la frattura può avvenire senza che vi sia alcun minimo trauma. L'osteoporosi dà segno di sé anche in assenza di fratture patologiche: essa causa infatti dolore, limitazione funzionale (difficoltà nei movimenti), deformità della colonna vertebrale.
Così l'essere in sovrappeso, gli stress psicologici, una forma fisica scadente e la gravidanza possono influenzare notevolmente la condizione fisica della persona. Nel caso della donna gravida, la massa e il peso del bambino che cresce causano un aumento della lordosi lombare (l'inarcamento della schiena), mentre la produzione di alcuni ormoni provoca un aumento di elasticità delle articolazioni della colonna lombo-sacrale. Tutto ciò contribuisce ad un iper-stiramento dei tessuti e delle articolazioni della colonna lombo-sacrale; in questo modo vengono irritate o compresse le terminazioni nervose che sono presenti sui legamenti e sulle articolazioni tra le vertebre, sulla parte esterna del disco intervertebrale e sulle stesse vertebre, scatenando così il dolore.

 

Le posture (cioè il modo di stare in piedi, seduti, sdraiati, ecc.), se sbagliate, sono una causa molto importante di lombalgia; utilissimo è adottare alcuni accorgimenti, sia a scopo preventivo che terapeutico:

  • utilizzare letto e sedute ergonomiche: preferire un letto duro, ma non troppo, con cuscino basso, e sedute che sostengano bene la schiena;
  • evitare posizioni viziate: paradossalmente le posizioni per noi più comode, come poltrire sul divano davanti la TV, o dormire a "pancia sotto", sono quelle più dannose per la schiena;
  • non sforzare la schiena nelle attività quotidiane ed evitare quei movimenti del tronco che facciano "fulcro" sulla colonna lombare: quando ci si lava i denti, ci si fa la barba, raccogliere qualcosa da terra o rifare il letto, limitare la flessione del tronco in avanti, e piegarsi sulle ginocchia.

 

COSA FARE

Nelle fasi di riacutizzazione del dolore, sono utilizzate le terapie quali FREMS, TENS o la TECARTERAPIA. Nella fase di mantenimento viene indicata la Rieducazione Posturale, tecnica di simmetrizzazione e autocoscienza corporea basata sui principi della "Riabilitazione Morfologica Metodo Mezières".
Agisce sulle cause che determinano i disequilibri morfologici. Si tratta di individuare come le tensioni muscolari, presenti in ognuno alterino la normale simmetria corporea. Attraverso movimenti precisi ed esercitando i muscoli "dimenticati" si lavorerà per restituire, elasticità e benessere alla muscolatura contratturata.

Nella prevenzione dell'osteoporosi fondamentale é la dieta, che dovrà essere ricca di cibi contenenti calcio e proteine, ma povera di alimenti che bloccano o riducono l'assorbimento intestinale di calcio. Va evitato inoltre un eccesso di sale, proteine, alcool, caffé, in quanto tali alimenti aumentano la perdita di calcio con le urine. E' importante, inoltre, stare all'aria aperta: i raggi ultravioletti, attraverso la pelle, sintetizzano la vitamina D, che favorisce l'assorbimento di calcio nell'intestino.

Tuttavia ciò che combatte maggiormente l'osteoporosi é l'attività fisica.
Sono ormai numerosi gli studi che documentano l'effetto positivo dell'attività fisica sulla massa ossea, probabilmente grazie all'azione diretta sull'osso da parte del muscolo, e/o alla formazione di sostanze che favorirebbero la sintesi di tessuto osseo. Anche l'azione della gravità sarebbe importante, e questo spiega perché il nuoto, anche se svolto con grande intensità, proprio a causa del minor carico gravitazionale che lo caratterizza, é, tra le attività sportive, quella che comporta i minori benefici sulla densità ossea.

Si consiglia di svolgere attività fisica per almeno 3 ore settimanali al fine di valutarne i benefici. Al contrario un eccesso di attività, magari a livello agonistico, può in alcuni casi comportare una diminuzione di densità ossea a causa di una scompenso ormonale, con deficit di estrogeni.
Nell'anziano, l'esercizio fisico acquista una doppia valenza preventiva: da un lato agisce direttamente sulla salute dell'apparato scheletrico, dall'altro, migliorando la coordinazione e l'equilibrio, riduce la probabilità di cadute e quindi il rischio di fratture.

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